Semi di Chia
Il chia, insieme all’amaranto, ai fagioli ed
al mais, era la semenza base della dieta quotidiana delle popolazioni messicane,
Azteche in particolare, e d’altre civiltà dell’America centrale come quelle dei
Toltechi, Zapotechi o della più conosciuta Maya.
I semi di chia ad esempio erano considerati come la
razione base di sopravvivenza dei guerrieri Aztechi.
Si narra che da questo seme, gli aztechi trassero la
loro forza durante le battaglie e che grazie al chia conquistarono territori e
popolazioni fino a formare il grande impero avente in Tenochitlan la sua
capitale.
I codici Pre-Columbiani rivelano che le nazioni
conquistate dagli Aztechi pagavano in chia un tributo annuale oscillante intorno
alle 4.000 tonnellate e che la capitale Tenochitlan, all’epoca abitata da
200.000 persone, ne riceveva circa 3.000 tonnellate. Di questi tributi pagati in
chia, rimangono tracce anche nel codice Mendoza del 1541 e nel codex fiorentino
del 1548.
Gli Aztechi facevano un grande consumo di questo seme,
usandolo pure nelle cerimonie religiose come offerta propiziatoria ai loro dei,
ma questa cosa non piacque per niente ai conquistadores spagnoli, che intorno al
1521 scatenarono la loro furia bruciando i raccolti e le riserve.
H. Cortes dopo aver incriminato questo seme, ne vietò
la coltivazione soppiantandola con quella del frumento, dell’orzo e delle
carote, proprio per soddisfare la notevole richiesta proveniente dall’Europa.
Dalla ben nota furia distruttiva dei conquistadores
spagnoli, si salvarono soltanto il mais ed i fagioli che addirittura trovarono
sviluppo sia nel vecchio, sia nel nuovo continente.
Il chia pertanto si avviò verso l’oscurità
sopravvivendo in zone molto piccole sparse nelle montagne del Messico e del
Guatemala, risorgendo intorno al 1991 grazie ad un programma di sviluppo
tecnico, scientifico e commerciale nell’Argentina del nord, Colombia, Perù. Un
programma che si pone anche come risultato supremo, quello di migliorare la
salute umana reintroducendo il chia nelle diete alimentari, grazie alle sue
eccellenti qualità nutritive.
Il chia anticamente fu usato come medicina curativa da
parte degli Aztechi, per alleviare gli stati generali di dolore, per stimolare
la secrezione di saliva, per curare le irritazioni della pelle e per
disinfettare occhi e ferite.
I ricercatori del Sud America, ritengono che i semi di
chia, una volta ingeriti, sviluppano all’interno dell’intestino, un gel che si
traduce in una barriera fisica fra i carboidrati e gli enzimi digestivi che li
scompongono, ritardando così, la conversione degli stessi carboidrati in
zucchero. Questa patina gelatinosa protegge anche il tessuto intestinale da un
eventuale attacco batterico. Il beneficio diretto di questo gel è a chiaro
appannaggio dei diabetici, ma le proprietà colloidali idrofile dei semi di chia
aiutano anche la digestione di tutti gli alimenti.
Una qualità eccezionale di questa semenza, è la sua
capacità idrofila, avendo la forza di assorbire fino 12 volte il relativo peso
nell’acqua; pertanto, oltre a vantare proprietà d’idratazione prolungata, è
utile anche per curare gli scompensi causati dal mancato equilibrio
elettrolitico.
Il chia è usato anche in gravidanza, durante
l’allattamento e la crescita dei bambini per le qualità benefiche riguardanti,
lo sviluppo dei tessuti. A tal proposito è somministrato anche agli atleti per
una buona rigenerazione dei muscoli.
Sempre i ricercatori delle università Sud Americane,
sostengono che la salvia hispanica, sia ritardante nelle malattie connesse
all’invecchiamento, nonché benefica per contrastare l’insorgenza del cancro,
delle malattie cardiovascolari, delle cataratte, e soprattutto, ne riconoscono
un’azione protettiva sul sistema immunitario. Innegabile è il suo effetto
equilibratore nei trigliceridi, con il conseguente beneficio sul colesterolo
Questi ricercatori, pertanto, incoraggiano il consumo di chia nell’alimentazione
giornaliera e così come noi abbiamo rivalutato la nostra dieta mediterranea, la
stessa cosa stanno facendo nei paesi del centro America, sostenendo le diete
Pre-Colombiane a base di chia.
Il principio sta nell’offrire un’opportunità per
migliorare l’alimentazione umana consumando il chia. Questo seme è, infatti,
un’ottima fonte naturale di antiossidanti, fibra dietetica, mucillagini,
proteine, minerali, vitamine (A in particolare) e soprattutto, si propone come
fonte dei nobili acidi grassi polinsaturi essenziali: gli Omega 3., che grazie
all’elevato contenuto d’acido alphalinolenico, sono necessari per la salute,
rappresentando una risorsa naturale per il mantenimento dello stato di benessere
e la prevenzione di numerose malattie. Il chia risulta ricchissimo di Omega 3.;
ne contiene addirittura più dello stesso seme di lino e di quello presente nei
pesci, confermandosi come la migliore fonte naturale di acidi grassi Omega 3.